“Morire” per Ritrovare Se Stessi

Ascolto quasi quotidianamente la HayHouse Radio, la radio creata dalla casa editrice di Louise Hay. Uno tra i miei programmi settimanali preferiti è sicuramente quello del martedì di Wayne Dyer, sempre molto profondo e toccante.

Diverso tempo fa, credo più di un anno, una puntata fu particolarmente speciale. Wayne Dyer era estremamente felice di essere riuscito a trovare e quindi poter invitare a parlare al suo show Anita Moorjani. Per una serie di coincidenze la storia di Anita era giunta tra le mani di Wayne Dyer e lui voleva assolutamente che tutti sapessero di questa incredibile storia di guarigione e profonda spiritualità. Il tutto veniva reso molto più toccante dalla stessa malattia di Wayne Dyer che era riuscito miracolosamente a guarire, anche grazie all’aiuto del famoso guaritore sudamericano John of God. Una puntata davvero indimenticabile.

Ma chi è Anita Moorjani?

Anita Moorjani è una donna indiana che ad un certo punto della sua giovane vita si ritrova ad essere del tutto inferma per via di un cancro ormai allo stadio terminale. Non c’è alcuna parte del suo corpo che non sia affetta dalla malattia. Infatti, questo la porta alla morte. Uno stato di coma talmente irreversibile da far pronunciare ai medici l’agghiacciante “non c’è più nulla da fare“. Ma è durante questo stato, in cui i medici e i familiari tentano di decidere cosa fare del suo corpo che Anita ha l’esperienza più bella, più toccante, più profonda e più gioiosa della sua vita.

Anita è perfettamente viva e cosciente di tutto quello che le sta accadendo e allo stesso tempo fa un viaggio nell’aldilà, nelle dimensioni parallele ed è pervasa interamente dalla saggezza e dall’amore di Dio e del suo Universo. I dettagli sono così straordinari da coinvolgere in modo unico e irripetibile. Fino a quando non le viene detto che la sua ora non è giunta e che ha un compito da svolgere. Anita all’inizio rifiuta perché non vuole più tornare in un corpo così malato. Ma viene rassicurata che con tutto quello che sa adesso e che porterà con sé, non ci sarà alcuno spazio per la malattia nel suo corpo. Anita si risveglia e pochi giorni dopo esce dall’ospedale completamente guarita. Nessuna traccia di cancro nel suo corpo. Nessuna.

Miracolo? Forse. Ma credo proprio che si tratti di molto di più. È solo la dimostrazione del potere dell’Amore. Quando lasciamo l’amore fluire dentro di noi, quando lasciamo che tutto il nostro essere esista in uno stato d’amore verso tutto e tutti (e questo include noi stessi!) non c’è spazio alcuno per nessuno tipo di sofferenza. Dio è amore, l’Universo è amore, noi veniamo da quell’amore. Se ritorniamo a ricordarci di questa verità e della sua magnificenza le nostre vite possono cambiare miracolosamente, come è successo ad Anita. Non è necessario arrivare ad avere un’esperienza di premorte come Anita, ma è necessario ricordarsi di quell’amore che è onnipresente.

Questo è il messaggio che Anita ha il compito di diffondere nel mondo, quello di essere noi stessi completamente, quello di ricordarci della nostra magnificenza e dell’amore che tutto pervade.  Noi siamo veramente noi stessi quando siamo amore, quando esprimiamo amore, quando guardiamo con amore, quando parliamo con amore, quando agiamo con amore, quando siamo connessi con l’amore.

Mi auguro con tutto il cuore che le mie parole siano state sufficienti ad incuriosirvi e che vi spingano quindi a leggere questo racconto straordinario. Gli insegnamenti che Anita offre nel suo libro sono davvero unici e fondamentali se vogliamo avere il vero senso delle cose. La vita è molto di più della quotidiana routine, del lavoro, del gossip, delle litigate o dei dissapori familiari. La vita è davvero molto di più.

Credo che, con tutti i cambiamenti che si stanno verificando nel mondo, sarebbe opportuno ricongiungerci con il vero motivo per cui siamo qui. Dobbiamo ampliare la nostra visuale, distogliere l’attenzione dalla TV, dagli smartphones e magari anche dal chiacchiericcio continuo dei social networks e guardare più spesso verso l’orizzonte.

Vi offro un caro abbraccio e vi auguro dei bei momenti di quiete e riflessione in compagnia di un libro che non può non farvi cambiare.

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