La Comunicazione Attraverso i Mandala

I mandala traducono l’informazione che l’ego trasmette al Sé in un linguaggio simbolico. La creazione dei mandala riflette la nostra esperienza interiore con l’opera artistica, consentendo poi in tal modo di studiare, comprendere e integrare i messaggi provenienti dall’inconscio. I conflitti interiori insorgono naturalmente quando si cresce e si cambia. Ad esempio, il messaggio proveniente dall’inconscio di esprimere maggiormente le proprie emozioni, potrebbe essere vissuto dall’ego come una minacciosa perdita di controllo. Se il conflitto tra queste prospettive opposte – “espressione emotiva impulsiva” contro “controllo emotivo” – viene sperimentato appieno, dall’inconscio affiorerà una terza prospettiva che trascende il conflitto e conduce le due prospettive a una sintesi completamente nuova e armoniosa.

Questa prospettiva di collegamento facilita “una corretta espressività emotiva” – vale a dire agevola maggiormente l’espressione emotiva all’interno dei limiti di accettazione sociale. Il Sé è la fonte che risolve con successo il conflitto, e non è insolito che le soluzioni giungano attraverso i sogni, i disegni, i colori o la danza sotto forma di spontanei mandala. Pertanto lavorare con i mandala diventa un modo di supportare attivamente la conversazione interiore tra il Sé e l’ego.

La relazione tra l’ego e il Sé segue il normale alternarsi d’impegno attivo, distanziamento e inattività, quindi nuovo impegno. Molti hanno trovato delle similitudini tra il fluire della vita umana e la Grande Ciclicità della crescita annuale delle piante. Altri modelli inerenti alla vita sono stati riscontrati nelle solenni fasi della luna, del sole e delle stelle. La concezione cinese di questo cerchio danzante della vita è reperibile nei Ching, dove le energie oscure e ricettive dello Yin si alternano alle energie luminose e attive dello Yang.

Ancora prima che questi schemi di pensiero potessero essere concepiti, la ruota annuale in costante movimento mise ordine e simmetria alla vita umana. In molte culture era consuetudine suddividere l’anno in dodici mesi. (termine che in origine veniva scritto moonths e non month come l’attuale, derivante da moon/luna, legata alla ciclicità mensile). A ogni mese viene associata un’attività legata alla coltivazione, all’allevamento degli animali e alla produzione del cibo. Così come la suddivisione dell’anno in dodici mesi ci aiuta a riflettere sull’intero anno, prevedere il ciclo completo suddiviso in dodici fasi può essere un modo utile di concettualizzare la relazione tra l’ego e il Sé.

Tratto dal libro Coloring Mandala di Susanne F. Fincher

Puoi trovare la recensione del libro QUI

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