Quando non ti prendi le tue responsabilità rinunci alla tua libertà e al tuo potere, nella misura in cui lo fai. Esistono due emozioni primarie da cui derivano tutte le altre: l‘amore e la paura, ne conseguono poi la rabbia, la gelosia, il risentimento, la pace, la fiducia, la tranquillità e così via.
Gli schemi energetici che ne derivano sono migliaia e possono anche non essere chiaramente definiti. Quello che capita più spesso, se non siamo “risolti”, è che emozionalmente siamo spinti in direzione di tristezze provenienti dal passato, verso frustrazioni vissute nel presente e paure che vengono proiettate nel futuro.
L’amore o la paura. Abbiamo sempre il potere di decidere quale sentimento seguire e lo facciamo continuamente. Quante volte al giorno di fronte a un atteggiamento, a una frase di augurio, a un ordine, a una richiesta di aiuto, scegliamo l’amore e quante la paura?
Attraverso la responsabilità che abbiamo nel gestire questo tipo di scelta, cominciamo a costruire le fondamenta del nostro mondo. Ma quale tipo di realtà possiamo costruire sulla base della paura?
Quando si prova paura si rinuncia alla forza ed efficacia, poiché essa ci fa perdere la connessione con il potere interiore. Spesso al solo sentir parlare di responsabilità si risvegliano in molte persone sentimenti legati all’autorità e la parola assume la valenza di “colpa”. Mentre ovviamente, una cosa è la responsabilità e un’altra è la colpa.
Quando nelle mie sedute affronto la spiegazione di questo concetto con i miei clienti (e comincio di solito a farlo già nel corso dalle prime sessioni), mi accorgo che all’inizio un lampo di sgomento appare nei loro occhi. Questo perché il concetto di responsabilità si lega, nel nostro immaginario, alla pesantezza del giudizio con sentenza emessa e relativa colpa da espiare nel sacrificio che ne consegue. Niente di più errato.
Essere responsabile della mia vita significa che non voglio essere vittima delle circostanze, né di nessuno. Vuol dire che da ogni situazione voglio uscire con la speranza concreta di poter migliorare ulteriormente, perché alla guida dei miei progetti ci sono ancora io. Se vogliamo accettarlo e se siamo pronti a prenderci le responsabilità di ammetterlo, perdiamo solo quello che abbiamo smesso di scegliere.
Mi è capitato spesso di lavorare con persone che erano in apparenza disperate, poiché erano state lasciate da qualcuno e si trovavano a livelli differenti nell’elaborazione del lutto derivante dall’abbandono.
Nella quasi totalità dei casi, dopo un minimo lavoro, praticamente tutti ammettevano che in quel rapporto non avevano più fiducia per motivi diversi. Oppure riconoscevano che in passato, loro stessi avevano a più riprese desiderato interrompere quella storia, ma non ne avevano avuto la forza o il coraggio. Ed ecco che, magicamente, coloro che stanno nel vittimismo della paura della solitudine futura vengono restituiti al potere della loro responsabilità e il sorriso ritorna di lì a poco.
I sentimenti negativi sono come i rifiuti che hanno bisogno di uno smaltimento altamente specializzato, se li manteniamo ci portano alla malattia, se li affidiamo in gestione a qualcuno eludendo le nostre responsabilità, questi probabilmente non li risolverà ma creerà ulteriori problemi.
Quindi l’unico modo per avervi un buon rapporto è cercare di evitare di accumularli. Meno ci amiamo, più affermiamo indirettamente che ci disapproviamo, ma quando lo facciamo, quello che sentiamo è che ci siamo “sconnessi” da Dio, e giudicandoci inadeguati, proiettiamo sugli altri le nostre responsabilità.
Così, invece di risolvere i problemi li espandiamo. Ricorda ancora: “L’universo non ti toglierà mai qualcosa che tu non abbia deciso di lasciar andare, non permetterà mai che tu rinunci a qualcosa di estremamente importante per te e ti darà sempre tutto ciò che tu deciderai di volere veramente”.
Tratto dal libro di Tiberio Faraci “Innamorati di te”
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