Louise Hay: Liberare la Rabbia in modo Positivo (Parte 2)

Esistono altre tecniche per liberare le sensazioni di rabbia: piangere affondando il capo in un cuscino, prendere quest’ultimo a calci, prendere a pugni il materasso o un punching ball, scrivere una lettera piena d’odio e poi bruciarla, urlare nella propria macchina con i finestrini chiusi, giocare a tennis o a golf con il solo scopo di lanciare una palla dietro l’altra, fare ginnastica, nuotare, correre attorno all’isolato più volte, descrivere le sensazioni provate per iscritto o disegnarle utilizzando la mano sinistra se siamo destrimani, o viceversa: il processo creativo è infatti uno sfogo naturale delle emozioni.

Un mio paziente mi confessò che, prima di scoppiare a piangere con il capo affondato nel cuscino, predisponeva il timer della cucina: si concedeva dieci minuti sfogando così rabbia e frustrazioni dovute al padre: dopo cinque minuti si sentiva già esausto e cominciava a controllare il timer ogni trenta secondi valutando i pochi minuti che gli rimanevano.

Personalmente, prendevo a pugni il materasso e facevo gran baccano: ora non posso più permettermelo perché i miei cani si spaventerebbero ritenendo che sia arrabbiata con loro. Se necessario, mi chiudo in macchina e urlo oppure scavo una buca in giardino.

Quando liberiamo i nostri sentimenti, possiamo diventare dunque molto più creativi; proprio per tale ragione è opportuno agire, sempre però con attenzione, senza mai metter in pericolo noi stessi o gli altri. E’ inoltre importante comunicare con la nostra Energia Superiore, esplorandoci internamente e cercando risposta alla nostra rabbia: in tal modo potremo guarire e osservare quest’ultima mentre viene liberata dal nostro corpo.

Irradiando amore verso gli altri, la disarmonia che sta in noi scomparirà, dobbiamo infatti ricercare l’armonia. Probabilmente, la rabbia che sentiamo è una prova del fatto che non comunichiamo correttamente con gli altri: riconoscendo ciò, possiamo adoperarci per cambiare il nostro atteggiamento.

Moltissime persone mi hanno detto di essersi sentite più serene dopo aver liberato la loro rabbia, come se fossero state sollevate da un grosso peso. Una mia paziente aveva difficoltà a fare ciò: razionalmente, comprendeva i suoi sentimenti, ma non riusciva ad esprimerli. Quando, tuttavia, definì il problema usando proprio le suddette parole, iniziò a scalciare, gridare e inveire nei confronti della madre e della figlia alcoliste: in questo modo si sentì sollevata. Quando, successivamente, sua figlia andò a farle visita, non smise un istante di abbracciarla: al posto della rabbia, di cui si era liberata, era subentrato l’amore.

Esistono persone arrabbiate dalla nascita che a me piace definire “arrabbiati cronici”: qualsiasi cosa accada, si infuriano, ma non fanno nulla per superare questa condizione. La rabbia cronica è infantile e indicativa del fatto che vogliamo sempre avere tutto a modo nostro. In questi casi è utile chiedersi:

“Perché scelgo di arrabbiarmi ogni volta?”
“ Che cosa faccio per creare situazioni che costantemente mi fanno infuriare?”
“ E’ l’unico modo in cui posso reagire?”
“ Chi punisco? O a chi voglio bene?”
“ E’ quello che desidero?”
“ Perché voglio essere in questo stato?”
“ Che cosa di quello che penso causa tutte queste frustrazioni?”
“ In che modo induco gli altri ad irritarmi?”

In altre parole, perché riteniamo che, per ottenere quello che vogliamo, dobbiamo arrabbiarci? Non intendo dire che non vi siano ingiustizie e che non abbiamo mai il diritto di infuriarci: la rabbia abituale non è tuttavia positiva per noi né per il nostro corpo, dove si annida. E’ bene in tal caso cercare di capire su che cosa ci focalizziamo la maggior parte del tempo: sediamoci di fronte allo specchio osservandoci con attenzione e chiedendoci: “ Chi sei? Che cosa vuoi? Che cosa ti rende felice? Che cosa posso fare per renderti felice?”. E’ tempo di fare qualcosa di diverso, di creare in noi un nuovo spazio per l’amore, l’ottimismo e la gioia.

Ritorna alla Parte 1 dell’articolo.

Tratto dal libro di Louise Hay “Il Potere è in Te

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