Pochi giorni fa, il 25 gennaio, c’è stato un plenilunio nel segno del Leone. Riuscivo a vedere la luce splendente della luna solo di tanto in tanto quando le nuvole si diradavano un po’. Nell’osservare la luna così avvolta da tutte quelle nubi scure ho riflettuto su quante volte la nostra luce viene avvolta dal buio della paura. La luna non smetteva di brillare dietro le nubi, ma queste la avvolgevano tanto da non consentire a quei bellissimi raggi luminosi di rischiarare il cielo.
Quante volte lasciamo che le nostre paure e le nostre esitazioni ci avvolgano e oscurino la nostra luce? Siamo mai riusciti a vederci nel pieno del nostro splendore?
Forse è difficile su questo piano di esistenza terreno riuscire a essere totalmente privi di paure, esitazioni, dubbi o perplessità. Tuttavia, una cosa è una nuvola che ci passa davanti per pochi istanti e un’altra è finire avvolti e nascosti da una spessa coltre.
Cosa fare? Osservare, riconoscere e lasciare andare.
Dobbiamo sapere osservare bene e riconoscere che tipo di pensieri abbiamo e quali emozioni proviamo, soprattutto riguardo alle questioni che ci stanno più a cuore, perché cosa crediamo di pensare o di sentire è spesso ben diverso da quello che pensiamo o sentiamo veramente.
Eh sì, può sembrare strano o impossibile, ma siamo perfettamente in grado di ingannarci da soli. Il più delle volte non ce ne rendiamo nemmeno conto, ma lo facciamo. I motivi sono molteplici. Abbiamo paura, non vogliamo soffrire, ci sentiamo confusi e insicuri, ascoltiamo le opinioni di questo o quello, ma raramente ci fermiamo ad ascoltare noi stessi e a osservare cosa ci ispira la nostra luce.
Proprio come quando guardiamo la luna avvolta dalle nuvole, riusciamo a vedere solo sprazzi della nostra luce o un’immagine distorta e tendiamo a dimenticare l’essere radiante che siamo veramente.
E se andassimo finalmente oltre le nuvole e stabilissimo un contatto con la luce che splende dietro di esse?
Diradiamo le nostre paure, allora, rallentiamo i nostri pensieri e mettiamoci in ascolto. Cosa sentiamo dentro? Cosa intendiamo fare con quella luce? Cosa vogliamo rischiarare? Chi o cosa vogliamo illuminare e nutrire? Vogliamo tenerla nascosta? Vogliamo lasciarla risplendere e donarla?
Possiamo restare nascosti se vogliamo. Volendo è ciò a cui siamo più abituati. Ma, quando saremo più in là negli anni, saremo contenti di questa scelta? Saremo contenti di non avere rischiarato il cielo intorno a noi? Saremo felici di non avere illuminato chi a noi si rivolgeva e chi, magari, ci aspettava?
Che l’amore possa darci sempre il coraggio di intraprendere il cammino di luce a cui siamo destinati.
Alla prossima luna…
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